La persona che possiede i 40 piastrini mi ha appena comunicato che domani, 28 giugno 2011, li venderà in blocco ad un acquirente italiano che gli ha offerto 1200 euro. Non sa dirmi se si tratta di un benefattore che li restituirà alle famiglie o semplicemente di un collezionista o di un rivenditore. Pare che finora nessun altro si sia interessato, pertanto temo che sfumerà la possibilità di restituire quei piastrini alle famiglie. Pierantonio Segato
Allora, io ho già messo sull’avviso qualcuno. Spero che arriveremo al nome dell’acquirente. Forse gli estremi per un sequestro potrebbero saltar fuori. Se quei ” signori ” acquirenti o stupidamente collezionisti ( per quello che riguarda il collezionare reliquie, come i piastrini di riconoscimento ), se quei signori fossero stati in Piazza, ieri, a Cornedo, ed avessero sentito le parole della mia amica Wilma, alla consegna del piastrino di suo Padre, mai conosciuto, od avessero percepito la commozione del fratello di Zorzetto e visto le lacrime dei reduci ultranovantenni presenti, forse si renderebbero conto che questa storia non è ancora finita. E quei piastrini appartengono ai parenti, prima ancora che allo stato. Non per niente a presenziare alla cerimonia c’era sua Eccellenza il Prefetto di Vicenza. Se l’eventuale SIGNOR collezionista o SIGNOR rivenditore capisse questo, ci sarebbe una madre d’imbecille incinta, in meno. Comunque a Voroscillovgrad i caduti durante la battaglia di Natale furono sepolti nei cimiteri militari. E dopo la sconfitta e dopo la rottura dell’accerchiamento russo,quelli che riuscirono a raggiungere Voroscillovgrad e morirono successivamente, per stenti, malattie o quant’altro, furono a loro Volta sepolti. Quindi è molto facile che le piastrine di Voroscillovgrad siano opera di profanazione di tombe. SONO INDIGNATO. Spedirò ad onorcaduti le foto dei piastrini indirizzandole al Gen. Barbato in persona. Questo sporco mercato che calpesta i sentimenti più profondi delle persone, dovrà pur finire. Chiedo a Pierantonio Segato di rendere pubblico il nome del suo conoscente russo. Graziano
Caro Graziano, concordo in pieno con le tue parole di indignazione per coloro che fanno commercio di un bene personale e ancor più per coloro che profanano sepolture per procurarselo.Vorrei però evitare un equivoco: Voroscilovgrad e Volgograd sono due città ben diverse. Volgograd, dove risiede il venditore, è il nome attuale della città che all’epoca si chiamava Stalingrado e dove ci furono soltanto i tedeschi che subirono il famoso assedio. Il nome del mio conoscente non è un mistero, si chiama Sergej e se ne è spesso parlato nelle pagine di questo blog. Lo si trova su Ebay con il nick “fronte_russo”: LINK
Io non vedo del tutto negativamente il fatto che questi piastrini vengano messi in vendita tramite la rete. Il commercio di tali oggetti all’interno del mercato dell’unione sovietica, è diffusissimo. Non c’è da stupirsi di trovarne 40 a Volgograd, poichè tramite internet questi commerci si sono moltiplicati. E’ però sbagliato pensare che chi li detiene sia anche chi li ha trovati. Chissà quante mani hanno passato prima di arrivare a Volgograd. Il venditore stesso afferma che i piastrini provengono prevalentemente dalla zona del lager di Uciostoie, ovvero dalla stessa zona dove Antonio Respighi con il suo camper incontrò la persona che gli dette i piastri che da un paio d’anni, tramite gli alpini, sta restituendo alle famiglie. Finchè questo mercato era confinato in terra russa, non vi era alcuna speranza per le famiglie di ritrovare i piastrini dispersi. Certo è gravissimo profanare una sepoltura, ma una volta compiuto il misfatto, impedire che si facciano questi commerci alla luce del sole non significa bloccarli, ma soltanto farli tornare nell’ombra e impedire a qualche famiglia di poter ritrovare, anche se a pagamento, il piastrino del proprio congiunto. Il problema è sempre quello di non rendere troppo appetibili economicamente questi oggetti, perchè questo può spingere a ulteriori ricerche e profanazioni. Ma la vastissima quantità di questi piastrini che in settant’anni sono già stati recuperati e che girano tra la popolazione russa, è importante che venga alla luce. Se, tramite Ebay, o con altri mezzi, è possibile far trovare la strada di casa anche ad un solo piastrino, allora, secondo me, al di là di tutte le considerazioni etiche e legali, pur partendo da una azione negativa, si sarà arrivati ad un atto positivo. Pierantonio Segato
Ogni piastrino ha la sua storia. Alexander, il ricercatore che ho incontrato a Cerkovo, mi ha raccontato di aver trovato i piastrini che mi ha fatto vedere durante gli scavi per ritrovare i resti (è lui che ha condotto le ricerche delle ultime riesumazioni). “Da queste parti – mi ha spiegato – basta scavare che esce di tutto”. E mi ha chiesto anche un contatto diretto con le autorità italiane. Ci sono ancora molti testimoni diretti vivi che potrebbero dare indicazioni importanti, non solo per i piastrini ma per i resti dei dispersi. Dunque, una persona perbene che sta facendo da volontario un’opera meritoria. I problemi, come al solito, da quel che abbiamo capito ormai tutti sono nei rapporti (inesistenti) con i nostri.
Sono d’accordo con Cristiano,
e se quella “persona” che fa questo commercio di piastrine (l’unico ricordo di quei sfortunati giovani ) fosse stato fra loro, fra quei giovani a morire,…..per chissà chi, per chissà quale motivo,…….chissà ora dove vorrebbe che finissero quelle benedette piastrine.
Spero che quel poco di buono che commercia le piastrine dei militari defunti spenda il ricavato in medicine. Non si rispettano nemmeno i morti.
io sono una nipote di un dipserso in russia chi posso contattare èper avere informazioni ed eventualmente dare iioo informazioni su come si chiamava mio nonno se fosse reperibile la sua medaglietta. Ne sarei molto grata .
Per Salvina.
Vieni a vedere il sito http://www.unirr.it e Notizie ed indicazioni per Ricerche.
Maurizio