Don Italo Ruffino, uno degli ultimi due cappellani militari dell’Armir ancora viventi, alla presentazione del libro sulla valle del Don. Fra quattro mesi compirà novantanove anni. Ancora in gamba e lucidissimo è andato via subito perchè aveva un appuntamento importante in Duomo. Ma prima ha regalato a tutti i presenti sprazzi di memoria, ricordando quei momenti tragici della ritirata e l’opera dolorosa di sepoltura dei tanti compagni caduti nella neve. Dio lo benedica.
L’ultimo cappellano
Maggio 16, 2011 di pinoscaccia
Pubblicato su lettere dal don - il libro, testimonianze | 12 commenti
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L’ultimo libro sull’Armir: è il quinto
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Lettere, fotografie e memorie di decine di dispersi, prigionieri o sopravvissuti alla ritirata di Russia. Soldati italiani di tutte le armi, raccontano attraverso gli ultimi ricordi, i giorni tragici del dicembre 1942 e gennaio 1943. L’ARMIR, spazzato via dalle armate sovietiche, si ritira in gran parte disordinatamente attraverso la steppa congelata. A meno quaranta gradi uomini e muli camminano tra una isba e un villaggio, attraverso mitragliamenti aerei, attacchi di carri armati e la morte per sfinimento. Migliaia rimarranno lungo quei sentieri e altre migliaia nei campi di concentramento russi, dove la fame e le malattie uccideranno i più deboli. Tra eroismi, atti di umanità, ma anche gesti di crudeltà inauditi, una generazione scomparirà senza lasciare traccia. In questo libro venticinque testimonianze di coloro che sono partiti per l’inferno del Don.
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C'è qualcosa di molto peggiore della morte. Ed è il dubbio.
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"Io resto qui. Addio. Stanotte mi coprirò di neve. E voi che ritornate a casa pensate qualche volta a questo cielo di Cerkovo. Io resto qui con altri amici in questa terra. E voi che ritornate a casa sappiate che anche qui, dove riposo, in questo campo vicino al bosco di betulle, verrà primavera".(Giuliano Penco, 1943)
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[…] Don Italo, l’ultimo cappellano […]
..le vie del Signore sono proprio ..infinite……: una vita ” a oltranza”, per una Testimonianza ” a oltranza…
Ma chissà quante volte avrà pensato..”..se Dio qualche anno che ha donato a me , l’avesse regalato a qualcuno di quei giovani ventenni, la cui vita è stata defraudata così ingiustamente…”
M’inchino davanti a quest’uomo, davanti a qualcuno che rappresenta tutti i nostri “ragazzi” , che lui ha visto per l’ultima volta e ne ha colto l’ultimo sorriso, l’ultima preghiera, l’ultimo sospiro .
Vorrei abbracciarlo fortemente, per “sentire” attraverso la sua stretta, la forza rinnovata della vita di chi non è tornato , per illudermi che , nonostante tutto, nonostante il tempo, essi hanno continuato a vivere in lui.
Abbracciando lui, abbracciamo colui che non è tornato…
Grazie di esserci…Don Italo…e che il Dio delle steppe accompagni ancora il Suo cammino , nel viale del tramonto…
Grazie Renza per quello che hai scritto, è molto bello, condivido,….
abbraccio Don Italo e ringrazio te Pino per quello che fai…….
Conoscevo don Italo di fama sapendo che era stato uno dei cappellani della Divisione Torino dal novembre 1942, la stessa del mio prozio disperso, e che partecipò alla ritirata sulla direttrice Arbusovo-Cercovo che fu fatale al mio coingiunto. Ho poi scoperto che aveva scritto un libro “Bianco Rosso e Grigioverde” edito da Fogola nel 2003. Incredibilmente il giorno stesso che ho avuto tra le mani quel testo (prestatomi dalla Biblioteca Civica di Cuneo con segnatura 940 548 RUF) ho scoperto su internet che era vivente! A febbraio sono andato a trovarlo di persona a Torino e che emozione! Lucidissimo, fisicamente scattante e con una parlata sicura e una mente prodigiosa. Mi sembrava di avere davanti la Storia, quella fatta dai nostri sfortunati ragazzi e mi emozionava pensare che quelle mani e quegli occhi erano stati là accanto a loro, che hanno toccato e visto quello che noi possiamo solo immaginare! Non ha negato di aver conosciuto il mio prozio, ha detto che era possibile ma che chiaramente non poteva saperlo (spesso in ritirata tra di loro non si chiedevano nemmeno che nome avessero!). Ho letto circa 40 testi contenenti informazioni sulla Divisione Torino, ma il libro di don Ruffino ha una quantità enorme di dati essendo strutturato come un diario, con una precisione rarissima per nomi e località (a volte certi paesini solo lui li cita rispetto ad altri autori!). E’ inoltre unico per la citazione dei nominativi e la sorte degli altri cappellani, come don Giuseppe Locatelli, ingegnere milanese e poi cappellano dell’82° Reggimento, caduto sul fiume Tickaja in ritirata. Il 14 agosto saranno 99 anni. So che aiuta ancora molte persone con la sua stessa presenza e spesso mi è capitato di non trovarlo a casa: era fuori, a fare semplicemente il suo lavoro di sacerdote! Davvero, che Dio lo benedica. Grazie don Italo perchè in Lei rivediamo Loro: è bello pensare che magari Lei ne abbia raccolto l’ultimo sguardo e le ultime parole!
Andrea, grazie pubblicamente a te che lo hai “scovato” fra gli stand e lo hai portato lì a parlare, ancora, di quei ragazzi.
Si, in effetti Andrea è veramente forte!
Lo conosco e posso dire che ha raccolto e continuerà a raccogliere molto materiale su ciò che è successo su quei confini.
lo invito pubblicamente a impegnarsi nella stesura di un suo libro. Ha le doti, la sensibilità e il materiale (e certa quantità di fortuna) per poter creare in bel libro!
Saluti a tutti
Anch’io ho avuto un prozio cappellano militare, don Gianni Cadario, disperso in Russia, in quel tragico inverno. Di don Gianni parla nel suo libro il Vescovo di Novara, Aldo Del Monte, figura che penso sia ancora nella memoria di alcuni di noi. Il mio prozio era sul treno che riportava il suo battaglione a casa. Sano e salvo. Alla stazione non so di quale città di frontiera, viene a sapere che un battaglione sull’opposto binario sta andando al fronte, senza cappellano militare. Allora decide di salutare i suoi e di mettersi al servizio di quelli in partenza per il fronte.
Credo che questi “angeli consolatori ” capaci di condividere sul fronte l’esperienza della paura della morte e della realtà quotidiana della sofferenza e della morte stessa, siano stati davvero degli eroi. Tali solo nel cuore di chi li ha conosciuti. Grazie ad Andrea Bertola di cui ho il piacere di conoscere il padre.
Don Italo è una forza. Lo sento ogni anno alla messa commemorativa per i caduti e dispersi dell’Armir, l’ultima domenica di gennaio. La sua forza è nella prediche ricche di significato, con lunghissime importanti digressioni dalle quali riesce tornare al punto di partenza e ricominciare a spiegare. Insomma: Don Italo, a 99 anni, è più lucido di me che ne ho 35.
[…] arriva in Fiera e ci regala sprazzi intensi di ricordi. Ne valeva, ne vale proprio la pena. Don Italo a Torino Like this:LikeBe the first to like this […]
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Omaggio al Monsignore Italo Ruffino
dall’Abbazia Sant’Antonio Abate di Ranverso
Mons. Italo Ruffino offriva una ricerca che scava nelle vicende di sette secoli di storia dei Canonici Regolari di sant’Antonio del Viennese.
Egli infatti parte dall’Ospedale di Sant’Antonio di Ranverso (To), descrivendone la fondazione e lo sviluppo, per passare ad esaminare tutti gli Ospizi ospedalieri dell’Alta Val di Susa. Descrive poi la diffusione dell’Ordine ospedaliero di Sant’Antonio di Vienne in Francia, per illustrare in seguito le prime fondazioni ospedaliere Antoniane in Alta Italia. Torna sui Canonici Regolari di Sant’Agostino di Vienne, per passare sull’antico Ospedale di S. Antonio di Roma.
È un panorama molto vasto, che il lettore percorre con estremo interesse, perché l’autore giustifica ogni sua affermazione e descrizione con riferimenti storici tratti da altrettanti innumerevoli documenti. Si giunge all’ultima pagina del volume con una profonda meraviglia per quanto è stato realizzato dalla Chiesa, dagli Ordini Religiosi, da semplici cristiani per venire in aiuto agli ammalati ed ai bisognosi.
Si tocca con mano che la motivazione di fondo di tante benefiche iniziative risiedeva nella profonda fede di chi si privava anche dei propri beni per aiutare quanti soffrivano per malattia o per povertà. Le pagine che l’Autore ha scritto non sono quindi solo uno studio storico, ma rappresentano un invito interiore a seguire l’esempio di chi ci ha preceduto con tanto impegno e con tanta fede concreta.
Italo Ruffino nato il 12/08/1912 Torino /morto 8/aprile 2015 Torino
autore Ersilio Teifreto accorto adepto della guida spirituale Don Italo Ruffino